Le imprese di OPES-LCEF attraverso le parole e le immagini di 2 giovani volontari (Mazzini Tommaso, 20 anni e Abbondio Edoardo, 16 anni ) in viaggio fra Uganda e Kenya.
A cavallo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, due giovani volontari sono partiti con la responsabile della comunicazione di Opes-Lcef Patrizia Canova per compiere un viaggio in Uganda e Kenya con l’obiettivo di documentare l’impatto sociale delle imprese dopo alcuni anni dall’investimento realizzato, raccogliere storie e testimonianze e costruire una narrazione delle attività delle imprese nel portafoglio di Opes-Lcef, tessendo e intrecciando le storie di chi lavora nelle imprese, di chi le ha fondate, di chi ne beneficia come cliente o fornitore. Le impressioni e gli sguardi che ne sono emersi sono quelli di 2 giovani che fanno parte di una nuova generazione che è sempre più attenta alla tutela dell’ambiente e al valore del business sociale.
Di seguito alcuni estratti del lungo reportage di Tommaso e Edoardo.
1 TAPPA impresa sociale AFRIPADS in UGANDA, villaggio di Kitengesa, distretto di Masaka
Afripads ha rappresentato la prima tappa del viaggio e l’occasione è stata l’inaugurazione ufficiale del nuovo sito produttivo (2.800 mq) nel villaggio di Kitengesa nel distretto di Masaka, Uganda rurale.
“Nelle interviste con i dipendenti è emerso chiaramente come tutti loro siano orgogliosi di far parte di Afripads. Annette Namala, Angel Nasamba, Kiza Phionah, Sarah Sullivan sono le persone che ho intervistato. Mi ha colpito come, non solo ci sia gratitudine dell’opportunità di un lavoro dignitoso, ma come l’atmosfera del luogo di lavoro sia positiva e incoraggi l’impegno e la dedizione. E’ straordinario come l’impresa sia cresciuta in pochi anni da poche persone che lavoravano in una piccola stanza con le macchine da cucire a pedali a un’impresa con centinaia di dipendenti e clienti in tutta l’Africa”. Edoardo
2 TAPPA impresa sociale COPIA GLOBAL in KENYA, Nairobi
Dal villaggio di Kitengesa con le sue poche case alla megalopoli africana di Nairobi, hub e centro nevralgico di tecnologie che hanno rivoluzionato le modalità di pagamento con telefonia cellulare in tutta l’Africa, spazio di innovazione unico nel continente.
“Copia Global, con oltre 3500 di agenti e nuovi negozi ogni settimana, si propone come l’Amazon per le persone a basso reddito delle aree rurali e periurbane del Kenya e nel futuro prossimo dell’East Africa. La consegna di ogni piccolo pacco e la logistica nel suo insieme si basano su un’articolata architettura tecnologica che non trascura neanche il piccolo dettaglio….Ogni pacchetto viene seguito nel suo viaggio ed ogni minuto si sa cosa sta succedendo” Edoardo
3 TAPPA impresa sociale PUREFRESH in KENYA, Naivasha e Nairobi
Nella meravigliosa Rift Valley, a Naivasha dove Anthony Kamotho e sua moglie Njambi Kibe sono partiti con l’impresa Pure Fresh.
“Partiti con niente se non delle idee, grazie all’appoggio di alcuni investitori, tra cui la Fondazione OPES, la coppia ha iniziato producendo 40 litri di acqua purificata all’ora e oggi sono arrivati, grazie all’inventiva di Anthony e alla bontà del loro progetto, a purificare 6000 litri all’ora. Grazie a loro e agli oltre 30 agenti che si occupano della distribuzione dell’acqua potabile purificata, chiunque, davvero chiunque, anche coloro che si trovano in condizioni di povertà estrema, possono procurarsi l’acqua pulita necessaria alla propria sopravvivenza, a quella della propria famiglia e in grado di impedire importanti malattie e disagi causati dall’assunzione di acqua non purificata……Ciò che è davvero ammirabile è che i meccanismi di distribuzione e i macchinari di estrazione e purificazione dell’acqua sono d’invenzione dello stesso Anthony, imprenditore capace e lungimirante e, allo stesso tempo, fine ingegnere, capace di costruire e rinnovare in continuazione i propri prototipi, perfezionarli e adattarli allo scopo più nobile che ci sia: la salute della propria famiglia, prima, e del proprio paese, poi.” Tommaso
4 TAPPA impresa sociale SISTEMA BIO in KENYA, aree rurali nei dintorni di Nairobi
Come le imprese non hanno confini e se un modello funziona e la capacità del team esiste, dal Messico si può arrivare in Kenya: un esempio tra tutti è Sistema Bio, un’impresa sociale che produce energia pulita a partire dai liquami animali
“Il prodotto è straordinario e i vantaggi per i clienti altrettanto sbalorditivi. Si tratta di combustibile per cucinare ottenuto dalla trasformazione -attraverso un biodigestore- dei liquami animali. I clienti che abbiamo intervistato John e Mary Njoroge, e James Mbogo ci hanno riportato che il prodotto è accessibile come prezzo perché come installazione costa il corrispettivo di quanto spendevano in 6 mesi con fonti energetiche tradizionali e molto inquinanti e solo un decimo del costo mensile di quanto normalmente spendevano. Il futuro impiego del biogas prodotto col kit come fonte di illuminazione potrà garantire un ulteriore successo per la società e un beneficio complessivo per i clienti e in generale per la popolazione. L’utilizzo di un rifiuto, il letame, per produrre un prodotto che è positivo per l’ambiente e la sua accessibilità anche ai poveri lo rendono quasi perfetto.” Edoardo
5 TAPPA impresa sociale ECOPOST in KENYA, Nairobi
Ed infine nell’inferno della discarica industriale di Runga Runga a Nairobi per intervistare le persone che lavorano nella filiera di Ecopost nell’approvigionamento e riciclo della plastica necessaria per la produzione dei pali e di altri prodotti industriali e per incontrare Lorna Rutto, cofondatrice:
“Ho conosciuto Lorna Rutto nel bel mezzo dell’inferno….Siamo arrivati ai piedi della discarica di Nairobi nel primo pomeriggio. Lorna era proprio davanti a noi, a pochi metri di distanza. Camminava velocemente nella nostra direzione, con fare energico, ma amichevole. Aveva un sorriso stampato sul volto. Uno di quei sorrisi invidiabili. Uno di quei sorrisi che quando li vedi, sei pronto a mollare tutto e a seguire la persona che li trasmette perché, in fondo in fondo, sai bene che vorresti essere così felice ogni giorno della tua vita… Man mano che ci avvicinavamo dietro a Lorna l’odore si faceva sempre più pungente. Sacchi pieni fino all’orlo di plastica si stagliavano davanti ai nostri occhi. …La terra non era più libera di respirare, sommersa com’era dalla plastica. Erano bastati pochi passi per introdurci totalmente nel cuore della discarica. Alla nostra destra e alla nostra sinistra si stagliavano metri e metri di plastica putrefatta che si accumulavano in altezza, dandoci l’impressione di essere intrappolati tra alte pareti di spazzatura.….Come Dante che giunge a un nuovo e peggiore girone dell’inferno, così noi ci ritrovammo in cima a una montagna di almeno 5 metri di spazzatura. Con quel sorriso che non aveva abbandonato per tutto il corso della nostra visita, Lorna ci ha spiegato che, a causa della corruzione del governo kenyota, in molti avevano provato a mettere i bastoni tra le ruote ai ragazzi che avevamo incontrato e alla sua impresa, per non permettere che si venisse a sapere dell’orribile verità che circondava quel posto, ma che loro non l’avevano permesso, che loro, avevano e avrebbero continuato a lottare con il solo scopo di fare la differenza, di cambiare la vita delle persone che, per ragioni di povertà estrema, erano costretti a vivere nella stessa discarica dove lavoravano… Salutata Lorna, per tutto il viaggio di ritorno, con gli occhi pieni di consapevolezza e di lacrime, nessuno di noi tre ha detto più niente.” Tommaso